Da dove è nata l'idea di Fleurs d'Halage?
Da qualche tempo, stavamo cercando una maniera per sviluppare un'attività agricola urbana in modo da sfruttare le conoscenze e le competenze della nostra gente. Questo soprattutto grazie a Rustam, un orticoltore armeno che faceva parte del nostro programma di reinserimento, che è riuscito a coltivare le piante di pomodoro dal calcestruzzo a Porte de la Chapelle. La sua esperienza e il suo entusiasmo sono stati determinanti per partire con la prima serra. Allo stesso tempo, abbiamo anche esaminato il mercato dei fiori e pensato che si potesse fare qualcosa: l'85% dei fiori che acquistiamo viene importato ed è spesso coltivato in condizioni sociali e ambientali disastrose. Se, al nostro livello, riuscissimo a sviluppare una produzione a filiera corta di fiori locali, ci guadagnerebbero tutti! Siamo sulla buona strada: oggi gestiamo tre vivai di fiori e produciamo 80 varietà che danno 250.000 steli all'anno. I fiori vengono raccolti al mattino e venduti direttamente da noi o dai fioristi locali in un raggio massimo di 15 km; alcuni ornano addirittura le sale di qualche hotel di lusso a Parigi!
Quali persone sostenete e in che modo i fiori le aiutano?
Sosteniamo le persone la cui vita è stata sconvolta, che si sono ritrovate senza lavoro per qualche tempo e che sono spesso escluse dalla società. Le sosteniamo con contratti di integrazione a tempo determinato che possono durare fino a due anni. Vengono messe in situazioni di produzione e di vendita, che consentono loro di acquisire esperienza; sono formate nell'orticoltura urbana nel nostro centro di formazione autorizzato e sono supportate nella loro ricerca di lavoro. Il 100% ha trovato un lavoro quando ha lasciato l'associazione. I fiori forniscono una modalità di reinserimento sociale unica nel suo genere. Lavorare con le piante fa bene, riconnette, ripara, spesso ci riporta alle nostre radici. Si tratta di un obiettivo confortante, gratificante, pieno di valori positivi. La trasformazione è spesso evidente, soprattutto in termini di fiducia in sé stessi: alcune persone arrivano a malapena visibili sotto il cappuccio o nascoste dietro la loro timidezza e, in poche settimane, le ritroviamo a capo di un laboratorio di team-building o alla guida di una visita al vivaio!